La storia a volte può essere anche su una cartolina… E’ il 5 novembre 1918, il giorno dopo l’annuncio della vittoria da parte del generale Diaz.
La notizia è arrivata anche a Jesi, nella provincia marchigiana, e la gente esce, festeggia. Guido é felice ed eccitato, partecipa ai festeggiamenti e poi scrive al suo amico Enrico, racconta e chiede notizie.
L’entusiasmo é tale che la scrittura invade tutto lo spazio per raccontare i particolari delle manifestazioni.
” Carissimo qua da ieri si fanno cortei e dimostrazioni lungo il corso tutto imbandierato.
La notizia a Jesi è giunta l’altra sera e subito hanno fatto un corteo e un piccolo discorso poi ieri alle 2 e mezzo del pomeriggio hanno fatto una dimostrazione dall’Arco Clementino fino alla Piazza con bandiere, alle 4 e mezzo dalla terrazza del comune ha parlato prima il Sindaco poi il capitano di vascello Osti, comandante dell’angar * e in ultimo il professor Paladini.
E per completare meglio la festa sono usciti fuori due dirigibili imbandierati gettando bigliettini.
E alla sera i pompieri hanno levato le lampade opache e hanno messo quelle solite e così il corso e le altre vie sono tornate come prima della guerra.
Ti ha fatto impressione questa grande vittoria così precoce?
Finalmente siamo riusciti a conquistare i vecchi confini che da tanto tempo si desiderava. Fammi sapere le impressioni tue e del popolo e quello che c’è stato. Scrivimi presto Addio tuo Guido”
La cartolina é arrivata per caso nelle mie mani nel 2011, quando stavamo festeggiando i 150 anni dell’unità d’Italia e qui, nella cartolina di quasi un secolo fa, si era felici perché “finalmente siamo riusciti a conquistare i vecchi confini …” Nelle parole di Guido c’è anche tanta retorica e molto orgoglio per quella vittoria che forse non era stata poi così “precoce” se si pensa agli anni e anni di trincee… Ma nel giorno della vittoria un po’ di entusiasmo si può perdonare…
Quello che avrei davvero voluto vedere sono i due dirigibili imbandierati che lanciano bigliettini: uno spettacolo davvero entusiasmante… cose che potevano succedere a Jesi allora, quando avevamo una aeroporto e anche dei dirigibili ecco perché nella cartolina si parla di “angar”*
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